14 aprile 2018

Cute secca e desquamazione del cuoio capelluto: come la tengo sotto controllo

Da quando sono tornata nella mia amata Sicilia, qualcosa ha cominciato a non andare nella mia testa. E non intendo psicologicamente – non solo, almeno – , intendo proprio che la mia cute ha cominciato a sclerare davvero di brutto. 

DISCLAIMER — senza assolutamente la pretesa di sostituirmi a un dermatologo/tricologo, in questo post voglio condividere con voi quello che ho fatto per cercare di ristabilire la mia cute impazzita; magari può essere utile a qualcuna di voi e darvi spunto per riflettere sul modo migliore in cui riportare la vostra alla normalità, tenendo conto dei fattori che ne hanno causato lo squilibrio. Mi aspetto, ovviamente, che ognuna di voi abbia, prima di tutto, cognizione della propria cute, e che quindi sia in grado di capire quanto grave sia la situazione, ma soprattutto buon senso e un occhio critico e oggettivo che vi permetta di distinguere tra quando vi potete aiutare da sole e quando, invece, sarebbe il caso di farsi vedere da un dermatologo.


Da piccola soffrivo di una leggera forma di desquamazione del cuoio capelluto, che con l'adultità (cioè dai 17 anni in poi), i prodotti bio e l’uso costante di erbe ayurvediche, si è trasformata in cute leggermente secca; immaginate quindi con che gioia abbia accolto i fiocchi di neve che, qualche settimana dopo il mio ritorno a casa, mi sono ritrovata tra i capelli e sulle spalle. Aggiungeteci pure che il mio è un taglio super corto (tomboy is here), quindi la suddetta neve si vedeva anche fin troppo bene e non potevo fare nulla per nasconderla se non ficcarmi un cappello in testa, tenermi il prurito insopportabile e farmi un mucchio di domande su come diavolo fosse possibile, se avessi cambiato routine (no), se avessi mangiato male (non direi), se fossi poco idratata (bevo pure troppo) e insomma, stavo sclerando di brutto pure io perché non accennava a passare, lavaggio dopo lavaggio. Da super ignorante in materia, ho dedotto che il motivo di tutto ciò fosse da addurre al cambiamento repentino di clima/acqua/umidità che il ritornare a casa mi ha causato. Ho quindi assorbito i raggi positivi della luna e, con pazienza, mi sono decisa a cercare qualche prodotto che potesse aiutarmi a quantomeno migliorare la situazione. Prima di parlarvene, però, vi lascio una piccola lista, un promemoria di cose che ho dovuto imparare di nuovo a fare (e a non fare).
1. Delicatezza è la parola d’ordine, in tutto: dal massaggio della cute durante lo shampoo, al modo di tamponare l’acqua in eccesso con il panno in microfibra; dalla fase pettinatura e asciugatura all’applicazione dei prodotti styling et similia.
2. Non toccare la cute. Lo so che è difficile, che la tentazione è troppo forte, ma davvero, stare a frugare tra i capelli con le mani vi porterà ad irritare ulteriormente la cute, oltre che voi stesse.
3. Idratare e non sgrassare. Forfora grassa e forfora secca non sono la stessa cosa. Quando la cute si desquama, il livello di acqua e grassi è ridotto al minimo: andare a sgrassare con prodotti “antiforfora” (tendenzialmente formulati per forfora grassa) e astringenti peggiorerà solamente la situazione,  causando l’effetto rebound – ovvero, la cute reagirà desquamandosi ancora di più.
4. Less is more. Troppi prodotti, no bene. Keep it simple, vedrete i risultati migliori.
5. Pazienza, tanta. Raggi positivi della luna. I risultati non si vedranno subito: purtroppo, bisogna essere costanti e pazienti, e se si capisce di aver trovato la routine giusta, non variarla. 
Una volta preso coscienza di questi princìpi ed essersi poste nella migliore disponibilità d’animo per attuarli, la ricerca dei prodotti giusti è fondamentale. Nel mio caso, fortunatamente, avevo quasi tutto già a casa: ho ripescato vecchi prodotti che non usavo da un po’ e ho provato diverse combinazioni e variato la mia routine di conseguenza. 

Anche qui, un piccolo specchietto simil lista della spesa (vi ho lasciato anche i link d'acquisto su EccoVerde, il mio store del cuore):
1. Sicuramente si avrà bisogno di uno shampoo delicato per lavaggi frequenti. Io uso da sempre quello Extravergine de La Saponaria che adoro (il primo amore non si scorda mai).
2. Uno shampoo antiforfora specifico per forfora secca da alternare al primo. Nel mio caso, mi sono trovata egregiamente con lo Shampoo Antiforfora della Khadì, delicato, ma studiato appositamente per la cute con forfora secca, contenente estratto di Neem e altre erbe ayurvediche. Avevo smesso di usarlo l’anno scorso perché non avevo più problemi, e, come ben ricordavo, è molto efficace. Nonostante faccia poca schiuma, deterge con delicatezza e allevia forfora e prurito che è una meraviglia.
3. – Un olio idratante e rigenerante da massaggiare con delicatezza e lasciare in posa, da applicare massimo una volta a settimana. Potreste usare quello che avete in casa: io avevo quello di Amla della Khadì, che mi ha aiutato molto e che, per quel singolo lavaggio, mi lasciava la cute praticamente priva di forfora.
oppure
Una maschera/trattamento specifico.
Qui vorrei soffermarmi un attimo e consigliarvi direttamente il prodotto che ho utilizzato io, e cioè la Maschera pre-trattante intensiva per squilibri del cuoio capelluto facente parte della linea Undici di Domus Olea Toscana. È un prodotto che contiene moltissimi estratti – appunto, undici piante toscane con funzioni specifiche usate insieme – e che definirei un trattamento d’urto, studiato per diversi problemi del cuoio capelluto, dalla cute secca a scompensi più gravi come psoriasi e dermatiti. 


Ogni bustina contiene 25 ml di prodotto ed è monouso – io, avendo i capelli cortissimi, sono riuscita a farne due. È molto importante leggere attentamente il modo d’uso riportato con estrema chiarezza sul retro. Il prodotto, dalla consistenza liquida ma abbastanza densa, va applicato con le mani o con un pennellino da tinta direttamente sulla cute, possibilmente lasciando fuori i capelli – per me è stato impossibile, ovviamente, avendoli cortissimi – , massaggiato con delicatezza e lasciato in posa da 15 minuti per scompensi leggeri, a 1 ora per scompensi importanti. Inoltre, sono sconsigliate applicazioni ravvicinate: due volte al mese è sufficiente, se non si hanno gravi problemi. Entrambe le volte io l’ho lasciato in posa per mezz’ora, risciacquando poi accuratamente e procedendo allo shampoo. 


La prima volta ero rimasta perplessa: all’asciugatura, il prurito era sicuramente svanito, ma i pezzetti di forfora erano ancora lì. Il risultato vero e proprio mi si è presentato al lavaggio successivo, e in quelli dopo ancora: la forfora era stata completamente debellata, e con una breve ispezione ho appurato che la cute era ritornata alla normalità. L’idea che me ne sono fatta, quindi, è che questo trattamento idrati a fondo la cute portando i residui ormai morti in superficie, che vengono poi sciacquati via al lavaggio successivo (pensate che fili, come ragionamento? Fatto sta che ha funzionato allo stesso modo anche la seconda applicazione). Penso di poter affermare con certezza che sia stato lui il prodotto decisivo. Non posso quindi che consigliarvelo! Mantenendo costante la routine che vi ho descritto e facendo questo impacco due volte in totale, sono riuscita a riportare la situazione alla normalità.


La forfora e la cute secca sono due belle rogne. Mettono a dura prova nervi, pazienza e sanità mentale, ma se la causa è lo stress (atmosferico/fisico/mentale, e nei limiti) con l'attuazione costante di questi accorgimenti è debellabile. Questi sono stati i miei, che hanno funzionato per me e che spero, come dicevo all'inizio, che vi diano spunto per trovare quelli che funzionano per voi. Fatemi sapere se vi capita di soffrirne e quali sono i vostri step per riportare la situazione sotto controllo. Dal canto mio, posso dire di essere solo felice di non vedere più la neve, sia dal vivo che sulle spalle 🌨


Valeria

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